Le immersioni profonde normalmente sono definite le discese oltre i 40 metri . Il mare cambia volto. La luce si affievolisce,, i colori si alterano, il freddo aumenta. Oltre i 40 metri respirando aria compare subito un primo rischio , la narcosi d’azoto , un tempo chiamata ebbrezza da profondità .I suoi sintomi ,neurologici, possono ricordare l’ebbrezza alcolica con rischi gravi a causa della non consapevolezza del problema. Oltre questi 40 metri l’azoto diventa pericoloso anche poiche’ si localizza all’interno dei tessuti con predilezione verso il tessuto nervoso e le articolazioni e durante la risalita rientra nel sangue molto piu’ lentamente rispetto agli altri gas . Ecco il motivo della decompressione : dare piu tempo all’azoto di rientrare nel circolo. Nel caso questo non succeda i sintomi sono quelli della malattia da decompressione da lievi a molto pericolosi.
Aumentando le profondita’ da raggiungere, il prossimo problema è la tossicita dell’ossigeno, di cui parleremo piu tecnicamente in altro articolo . Il razionale è che la pressione parziale dell’ossigeno non deve mai superare determinati limiti , quindi siccome scendendo la pressione aumenta essa va parallelamente ridotta. Errori sulla progettazione delle composizioni di queste miscele spesso sono mortali.
Naturalmente , cambiano le attrezzature e la tecnologia per poter variare le concentrazioni dei gas .
Il gas che si aggiunge alle composizioni delle miscele è l’ elio che permette di ridurre l’azoto e l’ossigeno essendo di per se’ un gas innocuo( trimix)
Le configurazioni sono piu complicate , dovendo comprendere bombole gia ‘ preparate in superficie a diverse concentrazioni , ognuna specifica per una data profondità.
Un apparecchio molto tecnico , difficile da usare che necessita di un profondo addestramento è il rebreather , del cui funzionamento parleremo in un articolo apposito, che consente di ridurre tutto il carico in un apparecchio molto piu’ piccolo che prevede una piccola bombola di ossigeno , una di elio ed una sostanza che fissa la anidride carbonica in forma solida come la calce sodata.